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Esercizi di flessione, estratto.
Dalla decima alla diciannovesima serie

Dalla prima alla nona serie
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DECIMA SERIE

TAVOLA VI, 29. ---- Ripiegare gli indici (vedere fig. 5 e 6), posare l'indice destro sulla vertebra atlante, il sinistro sul petto, premere fortemente ogni indice e ripiegare sui due posti dove essi riposano, imparare a fare vibrare, all'inizio piano, poi aumentando progressivamente la pressione, arrivare a produrre una vibrazione sempre più forte, respirando ben regolarmente . Lasciare ricadere le braccia sospirando largamente.

Quando si è riusciti a fare bene l'esercizio con gli indici, farlo con il medio, l'anulare ed il mignolo. Le dita che non prendono parte all'esercizio, devono essere mantenute in linea dritta e restare elastiche.









UNDICESIMA SERIE

TAVOLA VI, 30. ---- Inginocchiarsi sul ginocchio sinistro, la gamba destra mantenuta ad angolo retto. Premere le mani distese l'una contro l'altra, le palme ben congiunte (fig. 11), incrociare il pollice sinistro sul destro. Premere fortemente con le mani fermamente congiunte, contro il cuore ed eseguire le quattro posture alla prima serie osservando bene la respirazione indicata in questa prima serie. Cambiare ginocchio e ricominciare alla stessa maniera, la gamba sinistra che fa a sua volta l'angolo retto.

TAVOLA VI, 31. ---- Inginocchiarsi sul ginocchio sinistro, disporre le mani come nella figura 30, poi portarle giunte dietro la nuca, in maniera che i pollici siano appoggiati tra le scapole; stendere la gamba destra all'indietro, più dritta e lontano possibile. In questa posizione eseguire le quattro posture nelle quattro direzioni. Cambiare di ginocchio ed eseguire ancora le quattro posture alla stessa maniera. Espirare sempre canterellando o cantando.

2a parte: tendere la gamba destra in avanti mentre il ginocchio sinistro resta a terra, eseguire le quattro posture nelle quattro direzioni come nella prima parte dell'esercizio. Cambiare ginocchio, stendere l'altra gamba in avanti e fare le posture.

TAVOLA VI, 32. ----- Elevare le mani giunte al di sopra della testa, portare la gamba destra in avanti, stando appoggiati sul ginocchio sinistro. Eseguire la serie delle posture, cambiare di gamba e ricominciare. Osservare la respirazione. Mantenere le mani giunte al di sopra della testa, ginocchio destro per terra, la gamba sinistra tesa in avanti; il tutto canticchiando o cantando una melodia ben ritmata: riportare la gamba sinistra ad angolo retto, poi fare continuare il movimento per finire di essere stesa all'indietro, il più lontano possibile (vedere fig. 31), riportarla finalmente ad angolo retto (coscia orizzontale, gamba verticale, come fig. 30).

Cambiare: ginocchio sinistro, gamba destra ad angolo retto, mani giunte tese al di sopra della testa; tendere, canticchiando, la gamba destra in avanti con un movimento ritmato con il canto, e riportarla ad angolo retto. Sempre canticchiando, tenderla il più possibile all'indietro, e riportarla alla posizione della figura 30.

Prendere adesso la posizione delle gambe della figura 30, e la posizione delle braccia della figura 32. Tendere la gamba destra in avanti ---- stando inginocchiati sul ginocchio sinistro, braccia elevate al di sopra della testa, mani giunte, dita distese ---- rovesciare piano il torso all'indietro, senza forzare, sempre canticchiando o cantando melodiosamente, poi ritornare alla posizione della figura 30.

Portare quindi la gamba destra il più lontano possibile all'indietro, mentre pieghiamo il torso in avanti, le braccia restano stese al di sopra della testa: ritornare in posizione, cambiare gamba. Con queste posizioni di gambe, facciamo ugualmente le flessioni del torso a destra ed a sinistra.



DODICESIMA SERIE

TAVOLA VI, 33.. ---- Inginocchiarsi sulle due ginocchia. Tenere i gomiti ai fianchi, giungere le mani come nella figura 12, incrociando le dita; gli indici restano tesi, le loro punte si toccano; stringere le mani l'una contro l'altra sempre più forte; appoggiare contro il cuore, elevarle, poi portarle in avanti come in atteggiamento di un'attesa, e oscillare lentamente il torso in avanti ed indietro, toccando il pavimento con la testa (davanti solamente, fino a quando non abbiamo ancora acquisito una perfetta libertà ed elasticità di movimento, andare all'indietro il più possibile), e riportare in seguito le mani contro il petto. Il tutto viene eseguito, naturalmente cantando, come tutte le posture egiziane. Rialzarsi con un movimento elastico, separare le mani, chiudere i pugni, piazzare il sinistro sui reni, e con il destro, colpire il petto nove volte, e "firmarsi" colpendo successivamente la fronte, la spalla sinistra, la spalla destra, poi il cuore (cioè toccando successivamente quattro punti importanti del sistema nervoso).










TREDICESIMA SERIE

TAVOLA VI, 34. ---- Nella posizione in piedi piazzare i pugni sulle spalle, appoggiare contro il collo, non riportare i gomiti, ma mantenere lateralmente nel piano del corpo. Piegare il torso in avanti il più lontano possibile, poi all'indietro, e ritornare alla posizione dritta sempre cantando o canticchiando. Le ginocchia non devono essere rigide, ma non seguire i movimenti, che devono essere fatti in un'oscillazione che si effettua nell'articolazione del bacino.

TAVOLA VI, 35. ---- Nella posizione che la figura 34. Inclinare il corpo di lato, raddrizzandosi nello stesso sulla punta dei piedi cantando o canterellando. Stirare a fondo fino al limite di estensione possibile, come se volessimo appoggiarci molto in basso. Mantenere strettamente la posizione dei pugni vicino al collo, e dei gomiti, bene nella linea laterale del corpo. Quando si è familiarizzati con questo movimento, si riesce a bilanciare ritmicamente cantando e tenendosi sulla punta dei piedi, il corpo in avanti e all'indietro, a sinistra ed a destra. Non irrigidirsi.







QUATTORDICESIMA SERIE

TAVOLA VI, 36. ---- Procurarsi due palle di legno della grandezza di un piccolo uovo circa, fissate ciascuna all'estremità di uno stelo di giunco elastico da 40 a 50 centimetri; esse faranno da piccoli magli. Colpire molto delicatamente con queste palle lungo la colonna vertebrale, da ogni lato, e non sulle vertebre, percorrendo la schiena in senso inverso con ciascuno dei magli, dunque l'uno salente, l'altro scendente. Il movimento deve essere dato da un elastico colpo di polso, e di conseguenza non colpire mai duramente. Bisogna esercitarsi con pazienza e buon senso e questo trattamento darà dei risultati meravigliosi in numerosi fastidi organici. Durante il tempo del martellamento delicato che proviamo a ritmare sul canto.

E' possibile eseguire questo trattamento in piedi o in ginocchio, combinarlo con l'esecuzione delle quattro posture, quando siamo diventati esperti nell'arte di maneggiare correttamente e leggermente queste palle. E' possibile trattare e lavorare cosi tutte le parti del corpo; terminiamo con le braccia, le cosce, i polpacci e la pianta dei piedi.








QUINDICESIMA SERIE

TAVOLA VII, 37. ---- Mantenersi, come se eravamo seduti... su un sedile immaginario. Per l'inizio è addirittura assennato, ricorrere ad uno sgabello, che lasciamo poco a poco man mano che abbiamo maggiore sicurezza e che impariamo a fare meglio e con i propri mezzi e muscoli... L'una delle gambe viene mantenuta ad angolo dritto, piede completamente appoggiato sul pavimento; l'altro vie teso orizzontalmente in avanti; è possibile, per cominciare, sostenere il piede che è steso, con un supporto che possiamo togliere di seguito. Dei due avambracci, ---- i gomiti, posti sulle ginocchia o un po' in avanti sulle cosce, ---- l'uno sarà mantenuto verticale, l'altro orizzontale. Oscillare alternativamente gli avambracci, prima lentamente poi, progressivamente più rapidamente, nel senso della gamba stesa. Quando si è riusciti a compiere questo esercizio, di cui non bisogna ignorare che è molto difficile e che bisogna studiarlo e ripetere con perseveranza in vista degli effetti benefici che può dare, lo si farà prima con i pugni chiusi, poi combinato con degli esercizi delle dita (fig. da 5 a 10). Cantare o canterellare, non forzare, evitare qualsiasi irrigidimento. Fare poco e spesso.

TAVOLA VII, 38. ---- Stessa posizione che per l'esercizio precedente, piede destro riposante al pavimento, gamba sinistra stesa, tallone sinistro appoggiato. Il torso deve rimanere il più dritto possibile; i due gomiti sono posti sulle ginocchia, i due avambracci sono verticali; cercare di colpire con un pugno all'inizio, poi con i due, le spalle cantando, all'inizio lentamente, poi più rapidamente. Espirare e distendere braccia e gambe lanciandole elasticamente da destra e da sinistra e d'avanti all'indietro.



SEDICESIMA SERIE

TAVOLA VII, 39. ---- Inginocchiati sulle due ginocchia. Avvicinare il più possibile le scapole l'una all'altra portando i gomiti all'indietro. Piazzare i pugni sul petto mantenuto in fuori; alzare allora il piede destro all'indietro e cercare di riportarlo il più vicino possibile del sedere. Ripetere con il piede sinistro. Non è veramente facile, ma possibile con la pratica; arriviamo a bilanciare lentamente il corpo dall'avanti all'indietro, ritmicamente, canticchiando.

TAVOLA VII, 40.---- Stessa posizione delle braccia e delle gambe che per il precedente esercizio. Alzare lentamente il piede sinistro, avvicinarlo al sedere e fare in seguito lo stesso con il piede destro, il che significa che bisogna riuscire a trovare equilibrio sulle ginocchia. Siccome questo non è facile, all'inizio, è possibile farsi aiutare da una persona che, tiene leggermente le vostre spalle, aiuta anche a spingere il più lontano possibile i talloni vicino al sedere; si può anche diminuire la difficoltà di questo esercizio appoggiando la testa contro un mobile o una parete, ma bisogna fare attenzione di evitare qualsiasi irrigidimento nella nuca. Cantare o canterellare, e negli istanti particolarmente difficili, mantenere il respiro.





DICIASSETTESIMA SERIE

PLANCHE VII, 41. ---- Stendersi sulla schiena, stirare il corpo a fondo, mantenere il torso ben in fuori, alzare le ginocchia e avvicinare i talloni al sedere, il più possibile. Le punte degli alluci restano posizionate sul pavimento; le braccia restano allungate da ogni lato del corpo. In seguito, sempre restando stesi, riportare le ginocchia per far toccare la fronte ed il mento, dopo di che stendersi di nuovo, facendo ---- dei gioiosi sospiri di sollievo!








DICIOTTESIMA SERIE

TAVOLA VII, 42. ---- Posizione inginocchiata, pugni piazzati sotto le ascelle. Rovesciare il corpo all'indietro facendo restare i piedi uniti, fino a quando il sedere riposa sulla pianta dei piedi; la testa riposerà inizialmente su dei libri, di cui la pila sarà gradualmente diminuita, fino ad essere ridotta a niente, e la testa poserà allora sul pavimento. Non sforzarsi. E' possibile regolare mantenendo i pugni sulle spalle, appoggiati contro il collo, le braccia tese al di sotto della testa, o allungate di lato. Canterellare.






DICIANNOVESIMA SERIE

TAVOLA VII, 43. ---- Prima di questo esercizio allenarsi a tenersi stesi a piatto sul pavimento mantenendo il corpo ben teso per acquisire il controllo perfetto di tutti i muscoli.

Imparare a mantenere la rotula ben rientrata. In seguito, su una pila di libri non molto alta, appoggiare la nuca, e avere un supporto della stessa altezza per posare i piedi (è possibile servirsi di cubi di legno o di gesso, come facevano gli Egiziani). Sostenuto quindi da questi due soli punti, nuca e talloni, dobbiamo avere il corpo ben teso e perfettamente immobile. Quando si è sicuri di questa posizione, e che la si tiene senza troppe difficoltà, alzare le braccia verticalmente, stringere i pugni e stirare le braccia al limite del possibile, come se volessimo lussarle. Stenderle in seguito orizzontalmente da ogni lato della testa, nel prolungamento del corpo. Riportarli in verticale e rimetterle lungo il corpo come in posizione precedente. Con l'allenamento, alziamo alternativamente una gamba, verticalmente. Poi in seguito, man mano che otteniamo il controllo ed il rinforzo dei muscoli, alziamo una gamba ed un braccio nello stesso tempo. Non eccedere le proprie possibilità. Questo esercizio ha un effetto benefico, ma bisogna acquisirne la conoscenza ed il controllo.

Bisogna inspirare prima di prendere la posizione tesa, e mantenere il respiro durante il tempo dello sforzo di tensione. Se non si osserva questo, è impossibile riuscirci, e c'è un grande spreco di forze nervose. I muscoli dorsali, lombari, e del bacino, le articolazioni, acquisiscono poco a poco una grande forza di resistenza, ed un controllo perfetto di tutti i movimenti diventa facile.

Non dimenticare che gli esercizi ritmici di Respirazione si fanno sul respiro , e che le posizioni egiziane si accompagnano, tra l'altro di canto, che può essere a voce alta o canterellando, o ancora, al peggio seguendo mentalmente e solamente ritmati delle labbra e della lingua. La musica, se possibile, accompagna bene l'esecuzione di tutti questi movimenti che essa aiuta a ritmare, condurre ed a tenere. Tuttavia, essa non è assolutamente indispensabile, e ciascuno può ritmare respiro e canto per condurre i propri esercizi.

Tutte queste posizioni costituiscono delle posizioni che è interessante studiare con cura prima, già sulla tavola illustrata, e di cui bisogna capire la descrizione, prima di praticarle; esse sono, in definitiva, relativamente semplici, solo lo stato nel quale lasciamo ricadere il corpo, la mancanza di attenzione e di cura, fa che quest'ultimo si... pieghi male alle ingiunzioni che gli diamo qui! Ma chi saprà, con buona volontà e perseveranza obbligarsi a prendere ogni giorno qualcuna di queste posizioni, non immagina i risultati che ne seguiranno.

Ricordiamo, per riassumere le diverse varianti che possiamo apportare all'esecuzione delle serie, che queste possono essere fatte sia: con i polmoni riempiti, cioè durante il mantenimento del respiro; o con i polmoni vuoti, cioè durantel'arresto del respiro, o ancora su una lunga espirazione ritmata su canto, o gamme, serie di vocali, canterellando, ecc. Come già detto ogni serie può essere eseguita: sia i quattro movimenti di flessione su un solo respiro, sia ciascuno dei quattro movimenti di flessione, separatamente. All'inizio, è più facile fare un solo movimento di flessione per respiro. Per esempio: inspirare, fare la flessione in avanti, toccare il pavimento con la fronte, rialzarsi ed espirare; si tratta di un movimento su un mantenimento del respiro. Poi: inspirare, fare le quattro flessioni di seguito iniziando in avanti, all'indietro, a sinistra ed a destra, ed espirare solamente dopo essere ritornati in posizione di partenza.

Ciascuna delle "posizioni" prese da' degli effetti assolutamente diversi, sull'organismo e sul cervello.

Le correnti del respiro sono dirette, durante l'esecuzione di queste posizioni, su dei centri non raggiunti in altri momenti e posizioni.

I fluidi organici circolano allora liberamente, in ragione dell'allenamento e della tonicità muscolare e vascolare, poco a poco riconquistati, e della liberazione dei condotti e canali, di tutti i depositi, aderenze e cristallizzazioni multiple che le ostruiscono nella maggior parte degli individui, in seguito al deposito e dell'anchilosi che, insidiosamente, investono e paralizzano l'organismo. Non vi è niente di scientifico e molto semplice. Questo è quanto non suppongono quelli che leggono la descrizione di queste serie di movimenti, che hanno voluto, nell'intenzione stupefare! Un principio meravigliosamente basato esiste là, che fa' che qualsiasi individuo, intelligente e coscienzioso, che pratica ogni giorno questi esercizi, sente scattare in lui una trasformazione regolare, generale, profonda, senza strappi né marce indietro.

Vi è qui una vera scienza, profonda, del corpo umano, delle relazioni organiche e cerebrali, che è facile, non solamente di seguire e di comprendere, ma anche di provare individualmente, il che significa in definitiva, l'importante per ciascuno!...........

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